martedì 31 marzo 2015

PINOCCHIO dal cap. XVII

PINOCCHIO




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DA PINOCCHIO CAPITOLO XVII

– E ora le quattro monete dove le hai messe? – gli do-
mandò la Fata.
– Le ho perdute! – rispose Pinocchio; ma disse una bu-
gia, perché invece le aveva in tasca. Appena detta la bugia,
il suo naso, che era già lungo, gli crebbe subito due dita di
più.
– E dove le hai perdute?
– Nel bosco qui vicino.
A questa seconda bugia il naso seguitò a crescere.
– Se le hai perdute nel bosco vicino, – disse la Fata, –
le cercheremo e le ritroveremo: perché tutto quello che si
perde nel vicino bosco, si ritrova sempre.
– Ah! ora che mi rammento bene, – replicò il buratti-
73no, imbrogliandosi, – le quattro monete non le ho perdute,
ma senza avvedermene le ho inghiottite mentre bevevo la
vostra medicina.
A questa terza bugia, il naso gli si allungò in un modo
così straordinario, che il povero Pinocchio non poteva più
girarsi da nessuna parte. Se si voltava di qui batteva il naso
nel letto o nei vetri della finestra, se si voltava di là, lo bat-
teva nelle pareti o nella porta di camera, se alzava un po’
di più il capo, correva il rischio di ficcarlo in un occhio alla
Fata.
E la Fata lo guardava e rideva.
– Perché ridete? – gli domandò il burattino, tutto con-
fuso e impensierito di quel suo naso che cresceva a occhia-
te.
– Rido della bugia che hai detto.
– Come mai sapete che ho detto una bugia?
– Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito! perché
ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le
gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per
l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo.
Pinocchio, non sapendo più dove nascondersi per la
vergogna, si provò a fuggire di camera; ma non gli riuscì.
Il suo naso era cresciuto tanto, che non passava più dalla
porta.

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